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Città di Codroipo
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La definitiva partenza di Napoleone da Passariano, nome che tra l'altro designava tutto il Dipartimento del Friuli ex veneto, e l'alternanza tra dominazione austriaca e francese, lasciano Codroipo e il suo territorio in uno stato di stagnazione economica e sociale che durerà almeno settant'anni.
La vicina Palmanova, piazzaforte militare strategica, richiede rifornimenti continui: l'agricoltura è messa a dura prova e la forza lavoro è indebolita dalla carestia, dalle epidemie, dalla coscrizione obbligatoria e dall'emigrazione. Alcune famiglie borghesi e l'aristocrazia locale, tuttavia, danno inizio a dei timidi tentativi di industrializzazione: risale all'inizio dell'Ottocento l'apertura di alcune filande e della cartiera dei Manin. Ma solo la riapertura dei traffici a lunga distanza tra Vienna e il Lombardo Veneto, sotto il governo austriaco, porterà un certo sollievo alla situazione di stasi.
È una strada, ancora una volta, a riaprire nuove prospettive di scambio e sviluppo: la vecchia direttrice verso Udine e i valichi alpini, che Napoleone aveva rettificato e ammodernato con un nuovo ponte di legno sul Tagliamento, diventa luogo frequentato da traffici intensi - ferro e legname da nord, derrate e artigianato da sud - con sosta prevista nel centro codroipese, ora animato da una rinnovata vitalità. "La ferrovia per opinione degli eterni ammiratori del tempo passato, […] doveva portare la rovina economica di Codroipo".
Così G. B. Fabris nel 1896, con acuta ironia, sintetizza i termini del dibattito tra modernizzazione e tradizione che aveva animato gli spiriti cittadini, divisi tra il fascino dalle nuove prospettive di apertura e progresso rappresentate dal passaggio del treno e il timore di assistere a cambiamenti radicali dei costumi e dell'economia locali. Nel 1860, dunque, si apre il tratto della ferrovia Mestre-Cormons, che passa attraverso Sacile, Casarsa, il ponte di ferro sul Tagliamento, Codroipo, Udine: una nuova via di comunicazione si aggiunge alla tradizionale rete viaria.
Cambia rapidamente anche l'assetto urbanistico del centro cittadino: spariscono i resti della Cortina, i fossi vengono coperti e nuove costruzioni prendono il posto delle vecchie strutture. In piazza si fermano le diligenze della Posta che insieme ai passeggeri - a volte autorevoli - portano notizie di eventi ed idee che si diffondono e si agitano nelle grandi città d'Europa e d'Italia: anche in Friuli circolano così i fermenti liberali e nazionali che già si stavano muovendo altrove. Malgrado il forte controllo militare di Vienna contro ogni tentativo insurrezionale, a Codroipo nel 1859 si forma un Comitato politico clandestino per annettere il Friuli allo stato italiano e favorire il passaggio di armi tra le due sponde del Tagliamento. L'annessione all'Italia nel 1866 si rivela per la cittadina più drammatica che per altri centri friulani: la ritirata austriaca, i cui comandi tentano di interrompere le comunicazioni sul Tagliamento, e l'arrivo delle truppe dell'esercito italiano gravano pesantemente sul comune e la cittadinanza.